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Inviato da Gaia Spreafico il 21 Aprile 2021
COMUNICATO

La speranza รจ che questa pandemia, un dramma terribile, ci consenta di superare le illusioni di questi ultimi 30 anni.

L'illusione principale รจ stata in economia come in politica: grande รจ bello, รจ efficiente, costa meno.

E allora grandi ospedali, grandi aziende, grandi Comuni (e fondere e cancellare quelli piccoli), via le Provincie.

รˆ un'illusione che nasce da un approccio economicistico che ora si dimostra sbagliato, che la politica supinamente ha subito e talora cavalcato

Per poi scoprire che tutto costa di piรน, che la ricchezza si concentra per pochi e che laddove la gente lavora, studia, vive e sta male mancano i servizi che il Welfare del dopoguerra aveva garantito.

Guardiamo a cosa รจ successo in questo ultimo anno in ambito sanitario.

Le cronache della pandemia ci hanno fatto riscoprire ospedali, di cui quasi non avevamo memoria, quali Codogno, Alzano, Seriate, Crema.... e da noi Merate (le cui foto, con le ambulanze in fila, cariche di brianzoli e bergamaschi, sono finite su un network americano).

Abbiamo capito quanto sono importanti e strategici questi Ospedali, e le fatiche che hanno sostenuto per il depauperamento subito nella logica che ha dominato il trentennio.

Si tende a concentrare le eccellenze in Ospedali grandi, di II livello cosiddetti, prevalentemente nella Cittร  metropolitana e nei Capoluoghi di Provincia.

Per poi scoprire che questi stessi faticano a sostenere il fabbisogno diffuso di salute pubblica, se non supportati da un sistema di eccellenze diffuse, di Ospedali spoke o di I livello, che possano esprimere tutta la loro potenzialitร , come era un tempo, vicini ai cittadini.

Il valore della prossimitร  ai cittadini, della cura che la vicinanza delle istituzione garantisce forse non รจ misurabile in economia, forse non ci sono parametri per definirne l'efficienza, la qualitร  e l'economicitร .

Non a caso gli organi piรน colpiti con sottrazione di potere e risorse, in questi decenni, sono stati i Comuni.

Ma la pandemia con una forza dirompente ci dimostra che da lรฌ, dall'Italia dei Comuni (degli 8000 Comuni), delle Cittร  (delle 100 Cittร ), degli ospedali vicini a noi, delle scuole nei territori bisogna ripartire.

La storia migliore dell'Italia รจ lรฌ, nelle sue autonomie, nella varietร  dei suoi territori, nei mille paesaggi che non meritano un'omologazione che la globalizzazione dei pochi ci vuole imporre.

Ora si vorrebbe ripartire di nuovo dai soldi, dal Recovery fund.

Sono importanti per caritร . Fondamentali.

Ma l'approccio รจ di nuovo illusorio.

Saremo di parte, impegnati per passione nell' amministrazione locale, ma per noi nessun Governo negli ultimi decenni, neanche quello in carica per ora, ha affrontato seriamente la vera prioritร  del paese: un serio percorso di riforma delle autonomie locali, tornando a dare loro valore, il valore che deve stare vicino, a fianco dei cittadini, per ristabilire quell'alleanza tra istituzioni e popolo che si sta sfarinando e rappresenta il vero problema del Paese.

Non ci salverร  il Recovery fund, se non si mette mano ad una riforma innovativa dei livelli istituzionali e dei loro rapporti, dentro cui sta una capacitร  di cambiamento vero.

Se qualcuno lo facesse, siamo certi scoprirebbe che il vero federalismo รจ quello diffuso ed รจ solidale e non conflittuale.

Bisogna riportare valore (e potere e risorse) nelle comunitร  territoriali. Vale per i servizi municipali, per la sanitร , l'educazione e vale anche per le attivitร  produttive.

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Il percorso del Mandic ed il dovere di sostenerlo stanno per noi dentro questa storia, che ci sta interrogando sulla capacitร  che avremo di cambiare rotta ed innovare, dando valore a quello che ci appartiene, รจ vicino a noi, definisce la nostra identitร , รจ essenza di comunitร  viva altrimenti vuota.

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Forza Mandic!

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